Una delle domande che più frequentemente mi pongono i manager (soprattutto quelli over 45) è “in che modo devono rapportarsi con l’interlocutore in occasione di un colloquio di lavoro per riuscire a comunicare efficacemente professionalità, motivazione e determinazione”.
Cercherò di sintetizzare di seguito alcuni suggerimenti operativi sulla base dell’osservazione del comportamento di migliaia di intervistati nel corso degli ultimi miei 40 anni di attività in qualità di head hunter.
Esistono delle “regole base comuni” da applicare in qualsiasi circostanza ci si debba presentare ad un interlocutore, in particolare per discutere temi professionali, con alcune varianti qualora si tratti di:
A) un incontro generico di auto-presentazione, magari favorito da una terza persona (segnalatore) non presente ma accreditata presso l’interlocutore (head hunter o selezionatore aziendale);
B) una intervista/colloquio individuale su invito di un head hunter o di un selezionatore aziendale per approfondire un preciso progetto di reclutamento.
Regole base comuni
- puntualità all’appuntamento;
- decoro nell’abbigliamento, consono riguardo al contesto;
- postura attenta, composta, priva di segnali (anche inconsci) di aggressività o di rilassatezza;
- autocontrollo emotivo (evitare movimenti incontrollati);
- dimostrazione di attenzione e considerazione dell’interlocutore/trice;
- nessuna interruzione inappropriata dell’interlocutore/trice;
- risposte sintetiche e pertinenti senza cadere nella laconicità;
- domande chiare e puntuali senza scivolare nell’impertinenza;
- rimanere sul punto senza divagare in auto-celebrazioni (“io… io…”, ecc.);
- non monopolizzare l’attenzione ma ribadire l’essenziale, lasciando nell’interlocutore/trice un buon ricordo dell’incontro;
- ringraziare l’interlocutore/trice per l’opportunità offerta.
Regole specifiche in caso di auto-presentazione
- ringraziare l’interlocutore/trice per l’occasione offerta di potersi presentare di persona;
- citare (quando presente) il referente che ha favorito l’incontro;
- riassumere brevemente le motivazioni della richiesta dell’incontro;
- sintetizzare i punti di forza del proprio CV (non raccontare la storia della propria vita…);
- ribadire l’interesse per nuove opportunità (quando si presentassero) e l’effettiva disponibilità temporale e logistica;
- chiarire l’area professionale, i ruoli potenziali, il bacino territoriale di interesse;
- concludere l’incontro ringraziando nuovamente l’interlocutore/trice per l’occasione di reciproca conoscenza.
Regole specifiche in caso di intervista/colloquio individuale
- ringraziare l’interlocutore/trice per l’invito all’intervista;
- attendere le domande specifiche che verranno poste dall’intervistatore/trice (che guida l’incontro);
- rispondere puntualmente, in maniera chiara e sintetica, alle sue domande evitando di dilungarsi in dettagli, rimanendo sul tema;
- essere sinceri ma senza cadere nell’ingenuità;
- fare concreto riferimento ad episodi specifici senza però rivelare segreti aziendali;
- non lasciarsi andare a critiche verso persone o aziende identificabili o conosciute;
- ribadire l’interesse per l’opportunità offerta e per la quale si è intervistati;
- sottolineare le motivazioni di tale interesse e le aspirazioni professionali;
- concludere ringraziando l’interlocutore/trice per l’occasione offerta.
Conclusioni
Il tempo medio a disposizione sia di un incontro di auto-presentazione sia di un colloquio/intervista individuale è generalmente compreso fra 45 e 60 minuti.
Questo tempo è limitato, va quindi ben impiegato perchè scorre molto velocemente e potrebbe essere l’unica nostra occasione per cogliere un’opportunità di lavoro utile per il nostro futuro.
Se l’incontro di auto-presentazione è durato meno di 45 minuti non è andata molto bene: è stato purtroppo solo un “incontro di cortesia”, dovuto (forse subito), quindi non finalizzato.
Se il colloquio/intervista individuale è durato più di 90 minuti o l’interlocutore/trice aveva bisogno di capire e ha voluto approfondire bene e a fondo (questa ipotesi non è automaticamente positiva!) o le dinamiche dell’incontro sono sfuggite di mano agli interlocutori (fatto per entrambi non positivo!) per eccessiva puntigliosità delle domande, per prolissità o genericità delle risposte o peggio per conflitto che si è generato fra i due attori.
Per fortuna non si può ne si deve generalizzare: ogni incontro fa caso a se. Dipende molto dalla seniority degli interlocutori, dal profilo del manager, dalla professionalità dell’head hunter/del selezionatore.
Che fare allora?
Bisogna analizzare il proprio modello comunicativo verbale e non verbale; documentarsi leggendo manuali sulla comunicazione efficace; allenarsi a sostenere incontri di auto-presentazione e interviste/colloqui individuali; individuare i propri punti di debolezza e le proprie aree di miglioramento, facendosi assistere da chi svolge ruoli professionali pertinenti in ambito HR.